La Bassona nuda

Una spiaggia nelle immediate vicinanze di Ravenna, con un mare sempre pulito e trasparente che quasi mi fa dimenticare di essere a pochi chilometri da casa.
Ci sono capitato per caso un giorno e me ne sono innamorato. La “Bassona”, il nome di questa spiaggia che io chiamo “nuda”. Nuda perché non solo il suo ecosistema è fragile e delicato, nuda perché è una spiaggia libera priva di servizi e di controlli, nuda perché frequentata da nudisti, scambisti, gay, transessuali. Nuda in fondo perché senza filtri…

Mi sono pian piano appassionato a questi difficili equilibri fra natura e umanità; mi sono anche io messo a nudo togliendomi non solo il costume ma soprattutto affrontando le mie debolezze, le mie perplessità in un percorso che voglio definire di crescita. Capire le altrui diversità, rispettare non chi viene definito”diverso”, ma solo chi è diverso da te.
Un racconto di anni di frequentazione, con episodi divertenti, angoscianti, tragicomici ma sempre introspettivi, Nuove amicizie, nuovi orizzonti e un nuovo modo di rapportarsi agli altri nel rispetto della vita e soprattutto di sé stessi.
Fulvio Bertolino

OLTRE LA NUDITA’
Annotazioni sul narrare lucido di Fulvio Bertolino
di Michele Montanari

Eppure, non volevo tentar di vivere
se non ciò che spontaneamente
voleva erompere da me.
Perché era tanto mai difficile?

Demian, di Hermann Hesse

Con licenza linguistica si può definire questo lavoro di Fulvio Bertolino un memoir di formazione, un racconto in cui un uomo di quasi quarant’anni matura nuove idee e consapevolezze, in parallelo a fatti e incontri narrati in prima persona.
Attraverso storie vissute sulla spiaggia della Bassona, il protagonista si confronta con le paure, le attrazioni, i pregiudizi collettivi e per molti versi – lungo le vie della ragione e dell’umanesimo – se ne affranca, spogliandosi sia dei propri abiti che delle proprie abitudini (anche di pensiero).
La spiaggia della Bassona è uno dei luoghi più misteriosi e vergini del litorale ravennate e continua ad attrarre frequentatori di fede naturista, visitatori curiosi, ma anche tanti neofiti che qui cercano una spiaggia libera che si distacchi dal resto e il superamento delle proprie abitudini balneari.
Nel libro, tra ricordi e digressioni analitiche, si dipanano vicende narrate con onestà e limpidezza, fino ad apparire talvolta ingenue, immerse in una purezza giovanile resistente, che anziché sbiadire si impone all’avanzare degli anni.
L’autore incontra la Bassona per la prima volta nei primi anni del 2000, quando la spiaggia vive un momento di forte richiamo popolare per l’immaginario trasgressivo che si è diffuso nei decenni addietro. Si inoltra tra spiagge e pinete, tra compagnie di nudisti e club privé con animo puro e sguardo preciso, sempre lucido. Dà corso a una sorta di iniziazione non solo al nudismo e ai nuovi costumi sessuali che incontra, ma anche ad una “nuova visione” sulle libertà altrui e le necessità delle proprie. Questo colpisce del lavoro di Fulvio Bertolino, la capacità – talvolta estremizzata – di fermarsi in bilico tra narrazione e analisi critica di quanto i fatti stessi gli scatenino nell’intimo, innescando considerazioni e analisi che lo riportano alla sua realtà, la città di Ferrara.
Riviviamo assieme a lui i dubbi, le contraddizioni e le possibili conclusioni rispetto a quanto di straordinario gli accade nel teatro naturale della spiaggia, dove personaggi precari o insospettabili, sorprendentemente umani o bestiali, si avvicendano intessendo la trama complessa di una ricerca che non sacrifica nulla alla semplicità.
Da ravennate, riconosco appieno il sentimento di attrazione/repulsione che suscita la Bassona; l’esotismo degli arenili e la voluttà liberatrice che si scontrano con episodi variabilmente osceni, dall’onanismo in pubblico agli appostamenti voyeuristici. Tutto questo compare anche nel lavoro qui descritto, senza però “decreti morali”, con grande sforzo di indulgenza e di misura.
Grazie alle battaglie di un’associazione naturista (ANER di Ravenna), parte di quanto Fulvio Bertolino auspica nel suo racconto è divenuto realtà: la difesa, legale ed istituzionale delle libertà e delle espressioni di un gruppo umano via via crescente, in un ambiente già tutelato nella sua
ecologia, nel rispetto di tutti, inclusi i cosiddetti “tessili” non praticanti nudismo, che possono serenamente frequentare la spiaggia coi loro costumi di fibra, secondo i propri costumi di vita.
Il racconto di Fulvio Bertolino ha un andamento circolare; si apre con un film evocativo di quanto accadrà e si conclude con un sogno allegoria di quanto ha voluto dirci: un deltaplano sorvola la Bassona, partecipa della vita e della bellezza del luogo, librandosi in cielo, a una certa distanza; è la distanza delle analisi più lucide che compie l’autore su sé stesso e sul rapporto con gli altri, ma anche la distanza – si può credere – dai suoi pregiudizi, dalle sue paure sconfessate.
Segna fortemente questo lavoro, la capacità di osservare con occhi adulti i diversi scenari della vita in Bassona, raccontandoli con il linguaggio fragile e intrepido dell’adolescente Sinclair di Hermann Hesse; come nel Demian dell’autore tedesco, anche in questa storia il protagonista si affida ad un Io nascosto che lui ritrova e ascolta, verso una vita improntata al sé, ampliata, creativa e pur sempre volubile.
La Bassona Nuda è un libro in cui lo scarto tra l’osceno e il vero (naturale) riesce ad annientarsi, portando l’autore oltre l’effetto nudo, oltre le ovvietà e le dicerie che riducono il senso e la storia di questa spiaggia.

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